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Manifesto sulla Formazione in Medicina

Per: Ministro dell’ Istruzione, Università e Ricerca

Illustre Signora Ministro, Prof.ssa Stefania Giannini,
Magnifici Rettori,
Ill.mo Presidente del CUN,

I Professori universitari di Area Medica sono sempre stati rispettosi delle modifiche normative delle procedure di reclutamento e degli ordinamenti, applicandoli rigorosamente con forte interesse anche per tutti gli aspetti innovativi e sperimentali didattici. Tuttavia, in questi mesi si è avuto l’applicazione di nuove normative ed alcune nuove proposte relativamente ai corsi di studio universitari, che hanno destato tra essi crescente preoccupazione e disagio.
La stessa preoccupazione è espressa in questi giorni anche dal CUN e dalla CRUI.
L’attuale sistema formativo universitario dei Corsi di Laurea di area medica e dei Corsi di Specializzazione post-laurea ha conseguito negli ultimi decenni indubbio riconoscimento sia a livello nazionale, che europeo, testimoniato dalla qualità generalmente alta delle prestazioni erogate nel nostro Sistema Sanitario Nazionale (il nostro sistema occupa il terzo posto nel mondo secondo la qualificata agenzia Bloomberg), sia dall’ampia richiesta di professionisti italiani in Europa. (secondo L’Organization for Economic Cooperation and Development, organo ufficiale della UE, quasi 5000 medici in 3 anni): ciò non vuol dire tendere sempre più al meglio.
Attualmente sono in via di discussione/approvazione una serie di provvedimenti legislativi e normativi che, se definiti nelle forme divulgate, rischiano di incidere molto negativamente sulla qualità della Formazione Medica del nostro Paese. Ogni idea e proposta, tuttavia, può essere esaminata con metodo scientifico e senza pregiudizio e valutata per la sua capacità di miglioramento o meno dello status quo.
I Professori universitari di Area Medica esprimono non soltanto il loro forte sconcerto a questa deriva, che si sta affermando di recente, di negare una giusta e democratica informazione, ma soprattutto denunciano la loro contrarietà a provvedimenti presi senza un dialogo tra le parti interessate, senza nessuna esclusione e che ha portato e porterà ulteriormente ad una colpevole confusione e dequalificazione e non certo a quell'equilibrio virtuoso tra esigenze politiche generali e quelle sociali di una formazione scientifico-professionale, adeguata al terzo millennio.
I Professori Universitari di Area Medica, e la Conferenza dei Presidenti dei Collegi, che li raccoglie, denunciano con forza che
1. La proposta di abolizione della selezione nazionale di ammissione ai corsi di laurea a numero programmato sulla base delle effettive esigenze del SSN appare tuttora nebulosa e di dubbia applicabilità immediata, soprattutto nel ventilato “modello francese” in relazione (a) ai correnti ordinamenti didattici, che necessiterebbero di profondo e ponderato adeguamento, (b) alla carenza di strutture didattiche, capaci di accogliere un numero imprecisato e non programmabile di studenti, (c) alla mancanza di un numero di Professori di ruolo adeguato, al momento fortemente ridotto da anni di blocco del turnover, (d) alla qualità della didattica frontale, che rischia di diventare del tutto virtuale in un settore in cui cultura e professionalizzazione, teoria e pratica non possono essere distinte.
2. I risultati della “nazionalizzazione” del concorso di ammissione alle Scuole di Specializzazione sono l’inevitabile conseguenza di un percorso di cambiamento, che ha aspetti positivi, soprattutto se condiviso e approfondito e che è stato, viceversa, condotto frettolosamente, con il concreto rischio adesso di un’ammissione di massa.
3. La riforma della durata dei corsi di specializzazione di area medica, disposto da una norma perentoria, rischia di compromettere un’equilibrata redistribuzione delle attività formative e, conseguentemente, il futuro professionale e la competitività dei nostri giovani medici.
4. L’ipotesi di un percorso formativo, alternativo alle Scuole di Specializzazioni, quale “doppio binario”, che non sia progettato dai Consigli delle Scuole di Specializzazione, nei quali siedono rappresentanti dei medici in formazione, ma che si basi su posizioni retribuite con contratti in ambiente ospedaliero e con la unica supervisione del Responsabile di unità operativa complessa ospedaliera, al di fuori della rete formativa della Scuola, appare del tutto illogica, con seria perplessità sulla qualità del titolo conseguito, che non differirebbe da chi, viceversa, ha frequentato e si è formato all’interno della rete formativa delle Scuole. Inoltre, per il medico in formazione, un intervento di questo tipo si tradurrebbe in una forma di reclutamento “a basso costo” attuato in realtà per colmare buchi di organico negli ospedali e non si comprende, in fine, quale sarebbe il meccanismo di computazione della quota in sovrannumero, nonché delle procedure di selezione.
La Conferenza dei Presidenti dei Collegi dei Professori di Area Medica chiede al Sig. Ministro, al Presidente del CUN ed al Presidente della CRUI un incontro urgente per discutere di questi provvedimenti prima che vengano assunti e dichiara che, in assenza di un adeguato riscontro, intraprenderà iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, alla luce della difficoltà oggettiva di garantire l’espletamento del proprio diritto/dovere di Docenti universitari secondo quanto previsto dalla Costituzione della Repubblica Italiana.

Roma, 11 Novembre 2014
La Conferenza dei Presidenti dei Collegi dell’Area Medica


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